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ArcelorMittal più forte del Covid-19, la fabbrica può continuare a produrre

IL PREFETTO DI TARANTO SI È PRESO UNA ENORME RESPONSABILITÀ: LO STABILIMENTO EX ILVA DI TARANTO POTRÀ CONTINUARE A PRODURRE, NONOSTANTE L’EMERGENZA COVID-19

Utilizzando l’ambigua formula del “non poter produrre a fini commerciali”, si autorizza l’impiego di circa 5.500 dipendenti, tra interni ed indotto. Una vergogna! Fino al 3 aprile, cioè, la produzione è sospesa ai soli fini commerciali. Il vero paradosso è che questa situazione è addirittura peggiorativa rispetto all’ultimo accordo sindacale. Nell’ultimo accordo pre-decreto c’era l’intesa sull’impiego di 5.000 operai (3.200 interni e 1.800 indotto), ora il Prefetto, dopo il DPCM, e nonostante le richieste unitarie dei sindacati, autorizza l’utilizzo di 5.500 operai (3.500 interni e 2.000 indotto). Senza parole. Come cittadini e attivisti di “Giustizia per Taranto”, siamo molto preoccupati e delusi dalla decisione del Prefetto.

Leggendo nell’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio quelle righe riguardo alle aziende “a ciclo continuo”, viene da pensare che sia proprio stata lasciata una porta aperta per l’interpretazione del Prefetto, sulle cui spalle è stata scaricata la patata bollente della fabbrica tarantina, senza intaccare l’attuale popolarità del Premier. Magari col timore ulteriore di indispettire ArcelorMittal che, diversamente,avrebbe potuto pensare davvero di andar via da Taranto. Insomma una brutta storia, ennesima pagina del delitto che continua a perpetrarsi sui lavoratori e sui cittadini di Taranto.

È evidente che il diritto alla salute dei cittadini di questo territorio è perennemente subordinato a quello economico: nemmeno il Coronavirus è riuscito a decretarne le giuste priorità!