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Celebrare la Terra ai tempi del Covid

Celebrare la giornata della Terra, quest’anno, ha un significato certamente più profondo.
La pandemia ci ha messo il bavaglio mentre guardiamo allo specchio la nostra inettitudine e finitezza, e i falsi miti di cui siamo pregni vengono smascherati dal riflesso di politiche capitalistiche e industriali.
E così, mentre i giardini delle nostre anime affrontano il sentimento del lutto e della perdita (Hillman vedeva la nostra vita psichica come un giardino) il senso ed il valore dei corpi è da ricercarsi in ogni sostanziale e metaforica casa. Chiuso l’uomo nella sua abitazione, la natura può inoltrarsi in ogni altro spazio, garantendo panorami che mai avremmo immaginato così armonici. Papere che camminano nelle strade, vacche sulla riva del mare, cigni nei vicoli e nelle fontane, delfini nei porti: celebrare la giornata della Terra, quest’anno, ha un significato certamente più profondo.
E così, forse, oltre al Green new Deal e alla rivoluzione dei valori, c’è dell’altro da ricercare oltre l’economia sostenibile: è la Comunicazione Sostenibile.
Siamo, probabilmente, già oltre l’individualismo tiranno che ci ha visti padroni delle nuove tecnologie, calandoci nell’illusione di dominare il mondo attraverso i nostri contatti, lasciandoci orfani della conoscenza dei vicini, dei dirimpettai, delle Famiglie che abitano il cortile di fronte. Nei nostri silenzi, nei nostri dolori, nelle nostre riflessioni, dovremo necessariamente recuperare il senso relazionale e comunitario del nostro essere nel mondo, e solo così potremo essere pronti a fronteggiare la fase della difficilissima ripresa che ci aspetta.
Quale modo migliore di celebrare la giornata della Terra, se non attraverso la ricomposizione dei nostri rapporti? Le mascherine che portiamo sui volti, oltre che appannare le lenti degli occhiali, ci hanno permesso di fonderci e confonderci, ma anche di percepire il sorriso dietro l’azzurro, attraverso l’osservazione del semplice sguardo. Torniamo all’essenziale, forse per la prima volta, perchè questa crisi sarà difficilissima, e non potremo scagliarci l’uno contro l’altro, ma anzi dovremo riconoscere nella solidarietà la base della nostra identità.
Nei palazzi, nei condomini, nei quartieri. Con un Associazionismo forte e una Politica capace, entrambi ben radicati dentro il cuore delle città.
Superare l’isolamento e la povertà relazionale significherebbe andare oltre questa perenne fase d’infantilismo e fanciullezza, che ha fatto dell’ideale della crescita perpetua un miraggio esistenziale per ognuno di noi. Ed ecco spiegata l’approssimazione nelle dirigenze Politico-Partitiche, la delegittimazione delle categorie professionali, la svogliatezza e la mancata partecipazione dei cittadini agli appuntamenti elettorali. Ma, evidentemente, così non può più essere. Assumere la crescita e diventare sempre più noi stessi è, al momento, l’orientamento utile al nostro futuro prossimo, da costruire già adesso. Perchè ogni minuto che passa ci mette sempre più in contatto con i nostri doveri e le nostre responsabilità di Uomini e Donne.

Qui a Taranto abbiamo un osservatorio privilegiato di quelli che sono i tempi e i modi di fronteggiamento della crisi. Qui a Taranto abbiamo già avviato l’elaborazione del dramma di una quotidianità fatta di perdita e dolore, lutto e mancanza. Qui a Taranto sappiamo che aprire la porta significa poterci trovare la malattia. Qui a Taranto sappiamo che la salute viene prima di tutto. Ed è per questo che, probabilmente, questo lockdown può ribaltare gli archetipi e l’inconscio collettivo, l’immaginario nazionale e mondiale nel quale il Nord era l’impeccabile ed operoso motore, mentre il Sud un fardello brulicante d’inettitudine. Lo stivale si ribalta ed inverte idee, letture, interpretazioni e ritmi: governare significare scandire priorità, e certamente potremo intensificare le azioni utili a riorganizzare il sistema di cura e assistenza, ma anche e soprattutto di fratellanza e umanità.
Perchè la vera innovazione è la relazione, e solo ricostituendo le basi per una comunicazione reale ed efficace, semplice e vera, saremo capaci di innescare quel cambiamento profondo che cominciamo a percepire come imminente e indispensabile.

Ilaria Cinieri

Psicologa umanista e psicoterapeuta

Photo credit Ilaria Cinieri, 2010