Ambiente

Incontro Governo-Mittal, ancora un rinvio

Alle 11 di questa mattina ha avuto luogo l’incontro in videoconferenza tra il Governo, (rappresentato dal Ministro dello sviluppo economico Patuanelli, Ministro dell’economia Gualtieri e Ministro del Lavoro Catalfo), Arcelor Mittal e i sindacati dei metalmeccanici che, proprio oggi, hanno indetto uno sciopero a Taranto di 8 ore.

Il risultato è un ulteriore ed ingiustificato rinvio concesso ad ArcelorMittal per la presentazione del suo piano industriale atteso da tempo. La multinazionale anglo-indiana ha ribadito la suaintenzione di restare a Taranto, motivo per cui le ennesime azioni dimostrative di questi giorni si configurerebbero come un meccanismo per alzare ancora la posta con il sottomesso Stato italiano.

L’occasione ci è utile per ribadire le ragioni della chiusura, bonifica del sito e della sua riconversione a beneficio dell’intero territorio Jonico.
Ricordiamo, infatti, che Arcelor Mittal punta al licenziamento di 5.000 dipendenti, ad un prestito ulteriore di 400 milioni con garanzia statale, alla riduzione degli investimenti sul piano ambientale e ad uno sconto sul prezzo di acquisto (la cui ultima rata non è stata neanche versata).
A tutto ciò si aggiunge il mancato pagamento delle fatture delle aziende dell’indotto ed il rinvio di tutte le prescrizioni ambientali previste, oltre alla cassa integrazione per migliaia di operai.

Ci chiediamo a questo punto perchè, anche alla luce delle ingenti perdite che la fabbrica continua a generare, ostinarsi nel salvataggio del sito tarantino, anziché prevederne la chiusura e la fuoriuscita dal continuo e costoso ricatto cui ci sottopone.

Il Governo, nel preaccordo di marzo 2020, ha previsto interventi nella fabbrica per 3,4 miliardi di Euro, che si sommano agli oltre 10 miliardi già spesi dal 2008 tra costi diretti ed indiretti, tra i quali le drammatiche ferite sanitarie arrecate alla nostra comunità.
Si chiuda con Mittal, si escludano altri improponibili salvataggi con ingresso dello Stato, e si investano, piuttosto, le stesse somme per disegnare una nuova pagina di storia per il nostro territorio!
Una nuova pagina senza più malattie e morte, senza drammi occupazionali e senza essere ostaggi di alcun speculatore.

SE NON ORA QUANDO!