LE NOSTRE DOMANDE AI CANDIDATI SINDACI DI TARANTO

I tarantini sono preoccupati riguardo al piano di rilancio del siderurgico da parte del Governo, fra piani industriali che prevedono ancora area a caldo con altiforni, l’annunciata presenza di una nave rigassificatrice davanti alle coste e livelli occupazionali residui garantiti solo per due anni. Qual è la sua posizione in merito e come intende interloquire col Governo per far rispettare la nostra comunità? Al fine di evitare evasività su una questione tanto delicata, le chiediamo di esprimersi chiaramente sulle tre ipotesi in campo: chiusura integrale dello stabilimento con un piano di riconversione economico del territorio e ricollocamento dei lavoratori, chiusura dell’ area a caldo in quanto più inquinante, o fiducia nei piani del Governo con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto.
La posizione del Movimento 5 Stelle non è mai cambiata nel corso degli anni. Continuiamo a sostenere la chiusura delle fonti inquinanti, a partire dall’area a caldo, e la stipula di un accordo di programma per garantire la tutela e il reimpiego dei lavoratori attraverso le bonifiche.
Diciamo no alla nuova AIA, che prevede ancora 12 anni di produzione a carbone, e no alla presenza di una nave rigassificatrice nel porto di Taranto: un impianto del genere, collocato in prossimità della raffineria, del siderurgico e della base navale, rappresenterebbe una vera e propria bomba a orologeria, un rischio enorme per l’incolumità pubblica.
Il nostro impegno non nasce oggi per la campagna elettorale: da tempo il Movimento 5 Stelle porta avanti interrogazioni parlamentari e azioni politiche per chiedere l’applicazione della sentenza della Corte di Giustizia Europea, che stabilisce che un impianto che continua a inquinare debba essere chiuso.
L’unica prospettiva che accettiamo è quella di una produzione green, con forni elettrici alimentati da idrogeno verde, inserita in un progetto più ampio di riconversione e diversificazione economica e culturale della città.
È la visione del Cantiere Taranto, nato durante il governo Conte II, che in pochissimo tempo ha portato 1,5 miliardi di investimenti alla città: tra questi, l’istituzione del corso di laurea in medicina, fondi per la Città Vecchia, gli 800 milioni del Just Transition Fund, la statalizzazione della Casa Paisiello, i progetti per la nautica (Ferretti) e l’Acquario Green. Purtroppo, molti di questi investimenti sono stati dispersi o spostati altrove: Ferretti a La Spezia, l’acquario a Reggio Calabria.
1.1 Chiusura integrale dello stabilimento con riconversione economica del territorio e ricollocamento dei lavoratori
Il Movimento 5 Stelle ritiene che, se l’impianto dovesse continuare a funzionare in modo inquinante, la sua chiusura integrale debba essere presa in considerazione nel contesto di una riconversione completa del territorio di Taranto. A questo proposito, sono già stati proposti interventi economici come il progetto Cantiere Taranto, che prevedeva un ampio piano di riconversione e diversificazione economica della città. Il M5S sottolinea la necessità di un piano che garantisca il benessere economico e occupazionale, senza sacrificare la salute dei cittadini.?
1.2. Chiusura della sola area a caldo
Il Movimento 5 Stelle è fermamente contrario alla continuazione dell’attività nell’area a caldo, considerata la principale fonte di inquinamento. La proposta del M5S è quella di fermare l’area a caldo e avviare un piano di bonifica e di riconversione che tuteli l’ambiente e la salute pubblica. A questo proposito, è stato già ribadito un no deciso alla nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) che consenta la produzione di carbone per altri 12 anni.
1.3. Fiducia nei piani governativi con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto
Il M5S non ha fiducia nei piani governativi attuali, che continuano a prevedere la produzione con altiforni, ritenuti inadeguati per ridurre l’impatto ambientale. La proposta del M5S è quella di incentivare la transizione verso una produzione green, con l’uso di forni elettrici alimentati da idrogeno verde. L’obiettivo è garantire una produzione siderurgica sostenibile e non dannosa per la salute e l’ambiente.
Ritiene sicure per la salute le misure attualmente in vigore nei giorni di wind day?
Assolutamente no. Le misure attualmente in vigore non sono sufficienti a tutelare la salute dei cittadini. È inaccettabile che si continui a vivere barricati in casa, come se fossimo in guerra: questa condizione dimostra chiaramente che la fabbrica continua a inquinare in maniera inaccettabile.
Anche in questo caso, la sentenza della Corte di Giustizia Europea è chiarissima: un impianto che inquina deve essere chiuso. Non servono palliativi, ma decisioni radicali e coraggiose.
Se eletta, il Comune si costituirà parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute?
Questa, per quanto ci riguarda, è una domanda retorica, perché la risposta è ovviamente sì. Per noi del Movimento 5 Stelle è doveroso che il Comune di Taranto si costituisca parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute.
Non farlo significherebbe avallare e legittimare chi ha causato tanto dolore, malattia e morte in una città che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane.

I tarantini sono preoccupati riguardo al piano di rilancio del siderurgico da parte del Governo, fra piani industriali che prevedono ancora area a caldo con altiforni, l’annunciata presenza di una nave rigassificatrice davanti alle coste e livelli occupazionali residui garantiti solo per due anni. Qual è la sua posizione in merito e come intende interloquire col Governo per far rispettare la nostra comunità? Al fine di evitare evasività su una questione tanto delicata, le chiediamo di esprimersi chiaramente sulle tre ipotesi in campo: chiusura integrale dello stabilimento con un piano di riconversione economico del territorio e ricollocamento dei lavoratori, chiusura dell’ area a caldo in quanto più inquinante, o fiducia nei piani del Governo con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto.
Siamo consapevoli della necessità di coniugare il diritto alla salute, la tutela ambientale e la salvaguardia dell’occupazione. Per questo riteniamo non più sostenibile la permanenza dell’area a caldo, e chiediamo un percorso di dismissione graduale, accompagnato da un piano di transizione industriale credibile e vincolante, basato su tecnologie più sostenibili, come i forni elettrici alimentati da preridotto.
Non possiamo condividere un piano che rinvia di un decennio interventi strutturali o lascia ambiguità sulle garanzie occupazionali. Serve un progetto di riconversione economica del territorio, con investimenti in innovazione, ambiente e nuova occupazione.
Ritiene sicure per la salute le misure attualmente in vigore nei giorni di wind day?
Le coperture dei parchi minerali, così come realizzate, non ci hanno mai pienamente convinto. Permangono dubbi sull’effettiva efficacia nel limitare la dispersione delle polveri, soprattutto nei giorni di Wind Days, quando i cittadini continuano a segnalare disagi nei quartieri più esposti.
Per questo riteniamo necessarie verifiche puntuali, indipendenti e trasparenti, con il coinvolgimento di enti terzi, per fare piena chiarezza e tutelare il diritto alla salute.
Nel nostro programma proponiamo la costituzione di un Tavolo Permanente di Vigilanza Ambientale, composto da Comune, enti di controllo, istituzioni sanitarie e rappresentanze civiche. Il suo compito sarà monitorare costantemente l’evoluzione della transizione industriale, garantendo che ogni scelta venga compiuta nel rispetto della sicurezza, della legalità e della salute della popolazione.
Se eletto, il Comune si costituirà parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute?
Riteniamo che il Comune debba valutare con serietà e senso di responsabilità la costituzione di parte civile nei procedimenti giudiziari relativi ai danni ambientali e sanitari subiti dal territorio. È un’opzione che, se supportata da elementi concreti e fondata su solide basi legali, può rappresentare un atto di giustizia verso la comunità.
Il nostro impegno è garantire trasparenza, partecipazione e fermezza nella difesa dell’interesse pubblico.

I tarantini sono preoccupati riguardo al piano di rilancio del siderurgico da parte del Governo, fra piani industriali che prevedono ancora area a caldo con altiforni, l’annunciata presenza di una nave rigassificatrice davanti alle coste e livelli occupazionali residui garantiti solo per due anni. Qual è la sua posizione in merito e come intende interloquire col Governo per far rispettare la nostra comunità? Al fine di evitare evasività su una questione tanto delicata, le chiediamo di esprimersi chiaramente sulle tre ipotesi in campo: chiusura integrale dello stabilimento con un piano di riconversione economico del territorio e ricollocamento dei lavoratori, chiusura dell’ area a caldo in quanto più inquinante, o fiducia nei piani del Governo con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto.
La risposta del candidato non è pervenuta.
Ritiene sicure per la salute le misure attualmente in vigore nei giorni di wind day?
La risposta del candidato non è pervenuta.
Se eletto, il Comune si costituirà parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute?
La risposta del candidato non è pervenuta.

I tarantini sono preoccupati riguardo al piano di rilancio del siderurgico da parte del Governo, fra piani industriali che prevedono ancora area a caldo con altiforni, l’annunciata presenza di una nave rigassificatrice davanti alle coste e livelli occupazionali residui garantiti solo per due anni. Qual è la sua posizione in merito e come intende interloquire col Governo per far rispettare la nostra comunità? Al fine di evitare evasività su una questione tanto delicata, le chiediamo di esprimersi chiaramente sulle tre ipotesi in campo: chiusura integrale dello stabilimento con un piano di riconversione economico del territorio e ricollocamento dei lavoratori, chiusura dell’ area a caldo in quanto più inquinante, o fiducia nei piani del Governo con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto.
Ritiene sicure per la salute le misure attualmente in vigore nei giorni di wind day?
Se eletto, il Comune si costituirà parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute?
Il candidato non ha risposto puntualmente alle 3 domande ma inviato il seguente messaggio
Un sindaco ha il dovere imprescindibile di essere la voce della propria comunità. Deve rappresentare tutti i cittadini con coraggio e coerenza, tutelandone i diritti e la dignità, prima ancora che obbedire a logiche di partito o direttive calate dall’alto.
Non può, né deve, nascondersi dietro le decisioni di Governi centrali o regionali quando queste si rivelano dannose per il territorio e per la salute delle persone.
“Giustizia per Taranto” non può e non deve essere uno slogan, significa dire basta ai decreti salva-industria (tutti…TUTTI hanno colpe), che hanno garantito impunità a chi ha inquinato, sacrificando la salute pubblica e sottraendo risorse alle bonifiche. Significa smascherare il falso mito della decarbonizzazione, quando si traduce solo in operazioni di facciata, senza una reale volontà di cambiamento.
La nostra amministrazione si impegna a difendere il diritto alla salute come bene primario e non negoziabile. Interverremo con determinazione contro ogni nuovo progetto che metta a rischio il territorio, rigassificatori, cementificazioni selvagge, aggressioni alle coste e alle risorse naturali. Ci opporremo a ogni iniziativa che riproponga vecchi modelli industriali distruttivi, camuffati da transizione ecologica.
Saremo parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e delle malattie che hanno colpito la nostra città. Non resteremo spettatori ma pretenderemo verità, giustizia e risarcimenti per Taranto.

I tarantini sono preoccupati riguardo al piano di rilancio del siderurgico da parte del Governo, fra piani industriali che prevedono ancora area a caldo con altiforni, l’annunciata presenza di una nave rigassificatrice davanti alle coste e livelli occupazionali residui garantiti solo per due anni. Qual è la sua posizione in merito e come intende interloquire col Governo per far rispettare la nostra comunità? Al fine di evitare evasività su una questione tanto delicata, le chiediamo di esprimersi chiaramente sulle tre ipotesi in campo: chiusura integrale dello stabilimento con un piano di riconversione economico del territorio e ricollocamento dei lavoratori, chiusura dell’ area a caldo in quanto più inquinante, o fiducia nei piani del Governo con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto.
La risposta del candidato non è pervenuta.
Ritiene sicure per la salute le misure attualmente in vigore nei giorni di wind day?
La risposta del candidato non è pervenuta.
Se eletto, il Comune si costituirà parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute?
La risposta del candidato non è pervenuta.

I tarantini sono preoccupati riguardo al piano di rilancio del siderurgico da parte del Governo, fra piani industriali che prevedono ancora area a caldo con altiforni, l’annunciata presenza di una nave rigassificatrice davanti alle coste e livelli occupazionali residui garantiti solo per due anni. Qual è la sua posizione in merito e come intende interloquire col Governo per far rispettare la nostra comunità? Al fine di evitare evasività su una questione tanto delicata, le chiediamo di esprimersi chiaramente sulle tre ipotesi in campo: chiusura integrale dello stabilimento con un piano di riconversione economico del territorio e ricollocamento dei lavoratori, chiusura dell’ area a caldo in quanto più inquinante, o fiducia nei piani del Governo con decennale sostituzione degli altiforni con forni elettrici e insediamento di uno stabilimento per la produzione di preridotto.
Come avete giustamente rilevato, in merito alla questione dell’ex Ilva, il Comune come ente locale non ha poteri decisionali, ma deve chiaramente essere interlocutore privilegiato e difendere gli interessi del territorio. Se si decide per la continuità la strada da percorrere per noi è quella decarbonizzazione (ma con un piano di investimenti che consenta di accelerare i tempi) e della valutazione dell’impatto ambientale e sanitario. Qualsiasi strategia industriale non può basarsi (solo) su elementi economico-finanziari. L’ubicazione degli impianti in prossimità della città, fa sì che occorra programmare una transizione tecnologica senza ulteriori compromessi: dopo oltre 60 anni, come evidenziamo anche nel nostro programma elettorale, il ciclo dell’altoforno deve essere gradualmente abbandonato e occorre effettuare questo cambiamento con gli investimenti necessari per questa modernizzazione.
L’amministrazione rappresenterà con fermezza al governo che la questione ambientale e sanitaria di Taranto è di primaria importanza e colpisce al cuore la sensibilità dell’intera comunità ionica: la sua definizione è dirimente per qualsiasi soluzione venga assunta. Ma crediamo che il discorso non possa essere affrontato in maniera semplicistica: chiusura sì, chiusura no o fabbrica più piccola e senza area a caldo. Di una cosa siamo però convinti: il territorio deve puntare alla diversificazione e su questo aspetto abbiamo le idee chiarissime.
Ritiene sicure per la salute le misure attualmente in vigore nei giorni di wind day?
In passato sono state adottate ordinanze specifiche. Verificheremo ogni questione con gli enti di controllo Arpa e Asl e metteremo in campo tutte le misure che dovessero essere necessarie per potenziare queste tutele.
Se eletto, il Comune si costituirà parte civile nei processi contro i responsabili dell’inquinamento e dei danni alla salute?
Va valutata in primo luogo la legittimazione dell’ente territoriale a costituirsi parte civile e poi esaminata la scelta del rito civile o penale per l’ottenimento del migliore risultato. Noi non abbiamo preclusioni. È anche vero che gli enti locali possono comunque sempre esercitare l’azione civile in sede penale.