Resa pubblica la richiesta di nuova AIA per Acciaierie d’Italia

Qualche settimana fa, assieme alle altre sigle e persone che compongono il Coordinamento Ambientale Taranto, avevamo fatto richiesta al Ministero dell’Ambiente affinché rendesse pubblica la richiesta avanzata a fine febbraio da Acciaierie d’Italia per la concessione della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. I dati sono ora sul sito istituzionale a questo link .

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GxT al Parlamento Europeo per far presenti le criticità ancora attuali dell’ex-Ilva

Oggi 26 aprile alle 12.30 al Parlamento Europeo di Bruxelles si terrà in commissione Petizioni l’audizione sul caso ex Ilva. Che dovrebbe concludersi dopo più di 10 anni in Corte di Giustizia, sarà presente il nostro socio Luciano Manna portando il lavoro di denuncia mosso in questi anni come Veraleaks e anche la voce della nostra associazione Giustizia per Taranto.

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Il Coordinamento Ambientale Taranto udito in Regione sulla questione benzene

Questa mattina, assieme alle altre sigle del Coordinamento Ambientale Taranto, siamo stati ascoltati dalla V Commissione della Regione Puglia, Ecologia, Tutela del Territorio e delle Risorse Naturali, Difesa del suolo, Risorse Naturali, Urbanistica, Lavori Pubblici, Trasporti, Edilizia Residenziale, su richiesta del consigliere Mazzarano, per dire la nostra sul tema “Emissioni di benzene provenienti dall’area industriale ionica”.

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Non chiamatelo Piano ambientale

Il prossimo 23 agosto dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) scadere i termini del Piano Ambientale al quale lo stabilimento ex Ilva di Taranto è sottoposto, ma Acciaierie d’Italia ha fatto richiesta di rinvio perché, a loro dire, il Ministero dell’Ambiente ha cincischiato sui rilievi all’attuazione delle prescrizioni. Da poche settimane si è aperta la procedura per il rilascio della nuova AIA ad Acciaierie d’Italia senza che, di fatto, siano state ottemperate le prescrizioni della vecchia!

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Salviamo Taranto!

Pende sulle nostre vite, come una spada di Damocle, l’ultimo decreto varato dal governo studiato principalmente per impedire l’azione della magistratura sulla fabbrica. Una chiara invasione di poteri che ha l’obiettivo di aprire la porta all’accordo con ArcelorMittal per l’acquisto dei rami d’azienda dell’ex-Ilva, oggi impedito proprio dal sequestro e dalla confisca pendenti sull’area a caldo. Certi che quanto previsto sollevi profili di incostituzionalità, confidiamo in un’impugnazione da parte della Procura tarantina. Il momento richiede enorme responsabilità da parte di tutte le istituzioni e della società civile e questa potrà essere declinata su obiettivi ben precisi.

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La lista della spesa di Lucia Morselli

L’audizione di ieri alla commissione Industria del Senato è stata una nuova occasione per l’AD di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, per presentare la sua lista della spesa al Governo. Un’ulteriore, insopportabile, offesa alla nostra comunità, come se già non bastassero tutti i provvedimenti catastrofici previsti dall’ultimo decreto e le dichiarazioni fornite solo qualche giorno fa dalla stessa Morselli sugli obiettivi della fabbrica.

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Arriva puntuale il nuovo ricatto occupazione

Acciaierie di Italia ha comunicato oggi che da lunedì 145 aziende dell’indotto saranno sospese a tempo indeterminato. Ecco l’ennesima prova di forza di Acciaierie d’Italia verso il governo italiano. Un modo per alzare la posta alla vigilia dell’incontro coi sindacati di lunedì a Roma. D’altra parte con l’ex-Ilva le tempistiche non sono mai frutto del caso… La sospensione delle aziende dell’indotto altro non è che il solito ricatto occupazionale e un nuovo tentativo di battere cassa, di succhiare come un vampiro soldi pubblici, che non portano ricchezza al territorio ma inquinamento e problemi sanitari.

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Ex-Ilva, il silenzio che uccide

Sulla questione relativa all’ex-Ilva tutto tace ancora da Roma, ma le prime mosse del nuovo Governo non lasciano ben sperare riguardo a soluzioni che possano risolvere i problemi dei tarantini, né dal punto di vista sanitario ed ambientale e né da quello economico e sociale. La fabbrica, infatti, continua ad inquinare, tenere ai margini i lavoratori e generare cospicue perdite a fronte delle quali risulta irresponsabile continuare ad investire ingentissime somme pubbliche incapaci di rendere il siderurgico compatibile col territorio

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Eni scarica Acciaierie d’Italia

Dal 30 settembre scorso ENI non fornisce più il gas al siderurgico di Taranto. Anche se non è stato detto esplicitamente, è facile intuire che il motivo stia nell’inaffidabilità patrimoniale dell’ex-Ilva, già in debito con ENI per quasi 300 milioni di euro. Acciaierie d’Italia ha ora tre mesi di tempo per trovare un nuovo fornitore, fino ad allora ci penserà l’ennesimo paracadute di Stato, stavolta offerto attraverso la Snam, controllata da Cassa Depositi e Prestiti.

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Due piccioni con una fava: il miliardo ad Accierie d’Italia serve a pagare le bollette all’Eni

Il miliardo stanziato dal ‘Governo del Migliore’ nel DL Aiuti bis, infatti, servirà, fra le altre cose, a saldare il debito da 285 milioni di euro che Acciaierie d’Italia ha con l’Eni per l’approvvigionamento di gas. E’ stato predisposto sotto forma di aumento di capitale per il tramite della controllata di Stato Invitalia. Dunque con una sola mossa si dà fiato al siderurgico e si salva l’Eni (altro grosso stabilimento impattante sul nostro territorio) dal rischio di insolvenza dimostrando, ancora una volta, come il problema dello stabilimento non sia solo ambientale e sanitario, ma anche economico (oltre che occupazionale).

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