La Resistenza collettiva: Taranto vede chiaro, il Governo resta cieco.
Le associazioni e la società civile di Taranto stanno facendo tutto il possibile per contrastare la deriva imposta dal Governo sul futuro dell’ex-Ilva. In un contesto segnato da decisioni calate dall’alto e dall’assenza di coinvolgimento reale della popolazione, sono proprio i comitati, i movimenti e i cittadini organizzati a tenere alta l’attenzione pubblica e giuridica sul disastro ambientale e sociale che questa fabbrica continua a rappresentare.
Solo ieri, nonostante una convocazione mai realmente avvenuta, diverse realtà del territorio – tra cui i Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti e i comitati contro il dissalatore sul Tara – sono riuscite a farsi ricevere dal neoeletto sindaco. Certo, non è stato incoraggiante vederlo affiancato da Gianni Florido, simbolo del processo “Ambiente Svenduto”, e da Lucio Lonoce, sostenitore del dissalatore, ma il fatto che ci sia stato ascolto è già un segnale positivo.
L’elenco delle azioni in campo è lungo e articolato: il ricorso dei #GenitoriTarantini e di altri cittadini al Tribunale di Milano, in attesa di sentenza; il procedimento aperto da #Legamjonici presso la Corte UE; il ricorso al Mediatore Europeo per le negligenze della Commissione; l’iniziativa di #Peacelink e #Legambiente contro l’opacità del rilascio della nuova AIA; le denunce continue di #Veraleaks; l’esposto di Giustizia per Taranto che potrebbe condurre a un “Ambiente Svenduto 2”.
Il percorso del Governo per salvare l’ex-Ilva, si fa sempre più in salita. Il nervosismo è palpabile nelle dichiarazioni scomposte del Ministro Urso e della stessa Premier Meloni, determinati a portare avanti un fallimento che ha radici profonde nel culto del profitto e nelle pressioni della finanza internazionale, che da anni esige il recupero dei fondi pubblici impiegati per sostenere il siderurgico.
Ma se oggi questo fallimento è sotto gli occhi di tutti è anche – e soprattutto – grazie alla vigilanza, alla perseveranza e alla determinazione della società civile tarantina, che continua a rivendicare giustizia e verità.
In attesa di ottenere ciò che ci spetta, questa resistenza collettiva è già motivo di orgoglio per chi non ha mai smesso di lottare per il proprio territorio.