Ambiente

L’ISS boccia l’AIA per l’ex-Ilva: ora il Comune non può voltarsi dall’altra parte!

L’Istituto Superiore di Sanità ha espresso un parere negativo sull’istanza di rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la fabbrica ex Ilva. È un fatto gravissimo, che da solo dovrebbe bastare a bloccare ogni ulteriore passo verso una nuova autorizzazione a produrre acciaio a danno della salute pubblica.

E invece questo parere, come le modifiche al parere istruttorio conclusivo del Ministero dell’Ambiente, non è mai stato reso pubblico. Lo scopriamo oggi grazie a Veraleaks e al lavoro instancabile di Luciano Manna , che ha reso accessibili questi documenti, proprio in vista della Conferenza dei Servizi del 15 luglio: una data cruciale, in cui le istituzioni saranno chiamate a esprimersi sul futuro della fabbrica e, con essa, sulla vita e la salute dei cittadini di Taranto.

In gioco ci sono due questioni centrali: il destino occupazionale de suoi dipendenti ed il diritto di una intera popolazione a non essere sacrificata. Nel parere dell’ISS vengono evidenziate numerose criticità. Prima fra tutte, l’assenza di dati completi sull’impatto di inquinanti come il biossido di azoto e il biossido di zolfo. Le stime sono incomplete e non si conosce con esattezza il rischio sanitario che ne deriva.

Ancora più grave è il fatto che il rischio cancerogeno per inalazione, presente nella prima versione del parere istruttorio, sia scomparso nella seconda. Eppure, proprio quel rischio, secondo i dati forniti da ASL e ARPA, supera i limiti di accettabilità fissati dalla Valutazione del Danno Sanitario.

L’ISS evidenzia anche che non è stata fatta un’adeguata valutazione dell’impatto della centrale termoelettrica interna allo stabilimento, né è stato aggiornato lo studio sull’esposizione cutanea nelle aree frequentate dai cittadini, come i parchi e gli spazi verdi del quartiere Tamburi.

Cosa rischiano i bambini che giocano in quelle zone? Ad oggi non lo sappiamo con precisione, eppure si vorrebbe autorizzare la prosecuzione della produzione come se nulla fosse: anzi, si vorrebbe aumentarla fino a 6 milioni di tonnellate! Un altro passaggio fondamentale riguarda il sistema di centraline interne allo stabilimento.

Questi strumenti di monitoraggio, installati in seguito alla revisione dell’AIA del 2012, registrano spesso valori allarmanti. Ma c’è un paradosso normativo: le loro misurazioni, anche quando indicano sforamenti dei limiti di legge, non costituiscono “violazioni” perché le centraline si trovano all’interno dello stabilimento e non sono accessibili alla popolazione. Eppure parliamo di impianti come la cokeria, l’agglomerato o la centralina del Parchi, a meno di 200 metri dalle abitazioni. È lecito continuare a ignorare questi dati?

L’ISS, finalmente, lo riconosce in modo netto. E chiede che si attivino tutte le misure necessarie per definire un protocollo operativo di early warning, un sistema in grado di prevenire tempestivamente l’esposizione della popolazione a inquinamento pericoloso, specie in caso di anomalie di funzionamento o carenze nella gestione e nella manutenzione degli impianti. A supporto di queste evidenze, ci sono anche i dati contenuti in due report recentissimi: il bilancio di marcia impianti 2024 e il rapporto ARPA Puglia sulla qualità dell’aria dello stesso anno.

Anche da questi documenti emerge un quadro drammatico: a Taranto continua a piovere diossina, idrocarburi, metalli. In quantità che nulla hanno di sostenibile. A questo punto, chi siederà alla Conferenza dei Servizi del 15 luglio non potrà dire di non sapere. E avrà una responsabilità enorme: quella di decidere se consentire ancora una volta che si produca acciaio a qualsiasi costo, oppure se fermarsi, ascoltare la scienza e iniziare a tutelare davvero la salute dei cittadini.

Al sindaco di Taranto, Piero Bitetti, rivolgiamo un appello diretto: ci aspettiamo la sua presenza questa sera, alle 19.30, in Piazzetta Gandhi, accanto alla Prefettura, per ascoltare le preoccupazioni dei cittadini, confrontarsi apertamente con la comunità e assumere un impegno chiaro in vista della Conferenza dei Servizi.

Serve coraggio, presenza, assunzione di responsabilità. Estendiamo l’appello a tutte le associazioni del territorio, alle cittadine e ai cittadini. A stasera!