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PD solidarietà all’on. Pagano e silenzio sul benzene

Il nostro post in risposta alle dichiarazioni dell’on. Ubaldo Pagano ha avuto il merito di risvegliare il #PD dal suo torpore! Dalla federazione provinciale e da molti circoli della città sono infatti giunte al parlamentare attestazioni di solidarietà, manco lo avessimo insultato!

Tuttavia, la definizione stessa data alla nostra presa di posizione, scambiata come “attacco”, è assai indicativa della totale disabitudine al confronto politico, o di quella ancor più comoda abitudine a veder pubblicati acriticamente i propri comunicati stampa. Noi siamo rimasti nel merito delle argomentazioni sollevate invitando, lui come tutti i rappresentanti istituzionali, ad approfondirle come meritano.

Per quanto in totale disaccordo con le dichiarazioni dell’onorevole Pagano per i motivi espressi nel nostro post, gli rendiamo merito di aver rotto il muro di silenzio che grava pesantemente sul momento della città da parte del Partito Democratico. Un silenzio inammissibile, che conosce pochissime eccezioni e che riteniamo essere complice degli intendimenti del Governo di destra su Taranto. Risulta perfino stonato che la levata di scudi dei circoli PD arrivi nello stesso giorno in cui si dibatte sulle risultanze dell’ultima perizia sul benzene commissionata dalla Procura di Taranto a illustri scienziati.

Dal momento che il dibattito in corso riguarda ora l’intero PD, volendo restare come sempre nel merito del confronto, chiediamo se sia concepibile pensare che la chiusura del siderurgico potrebbe riproporre gli stessi problemi di Bagnoli: a parte il fatto che Bagnoli sta pur lentamente e con diverse contraddizioni, rinascendo, non si riconosce la singolarità di affermazioni con le quali si fa leva sulle inefficienze della stessa politica per giustificare nuove catastrofi?

Il punto è che le politiche industriali di Taranto, come quelle di Bagnoli, hanno fallito, e non lo diciamo per posizione preconcetta, perché lo affermiamo alla luce di una produzione scientifica, sanitaria e legale che la racconta in ogni suo aspetto. Piuttosto sono le dichiarazioni come quelle che ascoltiamo a non essere avvalorate da alcuna evidenza.

Per esempio, si sono considerati i danni sanitari e ambientali rispetto ai cinque anni di produzione a carbone con tre altiforni? Si è certi che la “decarbonizzazione” immaginata escluda realmente rischi sanitari in una realtà già compromessa come la nostra? Si è certi che il nuovo gestore si accollerà le spese immaginate per questo percorso comunque non verificato? Si è fatta un’analisi di quanti occupati occorrerebbero per il piano che si ritiene essere salvifico per Taranto e per i lavoratori? Si è considerata l’enorme mole di fondi pubblici che si stanno sperperando da anni su quella fabbrica? E si è considerato che se si fossero investiti su redditi, bonifiche e riconversione, già oggi staremmo parlando di un territorio rinato?

Proprio perché abbiamo a supporto delle nostre tesi anni di studi ed evidenze, vogliamo approfittare dell’occasione per invitare l’Onorevole Pagano, il PD e tutte le istituzioni a confrontarci pubblicamente, seriamente e costruttivamente sugli aspetti sostanziali di una questione che nessuno vuole affrontare con superficialità, o senza responsabilità e pragmatismo.

Quando e dove si vorrà.