ENNESIMO FLOP PER L’AVVISO DI GARA PER RILEVARE L’EX ILVA
Come atteso, sono scaduti i termini del nuovo avviso di gara del Governo per l’acquisizione dei rami d’azienda dell’ex-Ilva. Anche questo secondo avviso, come ampiamente pronosticato nelle nostra assemblee, si è rivelato un fallimento.
Nessuno dei big dell’acciaio ha preso parte alla contesa e il nervosismo del Ministro Adolfo Urso è parso evidente già dalle prime dichiarazioni: ha dato la colpa della scarsa appetibilità della fabbrica al sequestro di Afo 1 e dichiarato che i termini per nuove offerte sono sempre aperti (incredibile ma vero, un bando di gara senza scadenze!).
Sul fatto che l’acciaieria di Taranto sia poco ambita poiché un vuoto a perdere, neanche un cenno. Sul fatto che quanto di buono si dichiara sul fronte ambientale, economico e occupazionale sia sempre e solo stata propaganda, va da sé.
Delle dieci offerte registrate, otto sono solo per alcuni asset aziendali e appena due per l’intero complesso industriale. Ma quel che più conta è che nessuna delle due prevederebbe dei seri piani industriali, poiché in entrambi i casi si tratterebbe di operazioni finanziarie speculative.
Da qui le preoccupazioni di Urso, nonché quelle dei sindacati, che già chiedono di nazionalizzare la fabbrica. Senza considerare che, se nessun big ha scommesso sulle possibilità del siderurgico tarantino di stare sul mercato, un motivo più che valido ci sarà… Se poi l’idea dei sindacati è quella di tenerla in piedi per mantenere l’occupazione sganciandola da prospettive ambientali, di sicurezza e produzione, tanto vale ricorrere ulteriormente ad ammortizzatori sociali e programmi di fuoriuscita e riallocazione dei lavoratori, almeno non si ammazza nessuno e non si creano più voragini economiche di quante già non se ne siano create.
Che il fallimento fosse nell’aria lo sapevano anche al Governo e le manovre atte a riformare le norme europee sugli aiuti di stato e a dirottare i fondi di coesione sugli inquinatori lo dimostrano ampiamente, perciò lo diciamo subito e molto chiaramente: il Governo non pensi di sperperare ulteriori fondi pubblici per sobbarcarsi un salvataggio inutile e a tutto vantaggio dei privati.
Si prenda atto di quanto noi sappiamo da tempo: l’era dell’ex-Ilva è tramontata, ora è arrivata quella dell’alba di Taranto!
26 settembre 2025
