Ambiente

Nuove tegole sull’ex-Ilva: sequestrato afo1 e altra messa in mora dell’UE

La propaganda di governo si scontra impietosamente con la realtà fallimentare del salvataggio della fabbrica. E’ di questa mattina la notizia del sequestro senza facoltà d’uso, da parte dell’Autorità giudiziaria, dell’altoforno 1 dopo il pericoloso incendio occorso ieri mattina. Le accuse sono di omissione dolosa di cautele sui luoghi di lavoro e getto pericoloso di cose, con rischio, dunque, per chi è dentro e chi è fuori dalla fabbrica. Un macigno pesantissimo su piani che fanno acqua da tutte le parti. L’altoforno era stato riattivato a ottobre scorso con una vergognosa cerimonia alla presenza del Ministro Urso. A poco servono i raggiri normativi e gli annunci in pompa magna, sono i fatti a conclamarlo ineluttabilmente. Come quello in corso sulla nuova Autorizzazione Integrata Ambientale, che dopo anni di scandalose deroghe, oggi non prevede neppure l’ombra della decarbonizzazione decantata. Al contrario, autorizzerebbe una produzione di oltre 6 mln di tonnellate di acciaio all’anno con due altiforni a carbone.

Come se non bastasse, la Commissione Europea ha inviato una nuova lettera di messa in mora all’Italia per le persistenti violazioni delle norme ambientali del siderurgico: l’Italia non rispetta la direttiva europea sulle emissioni industriali e di conseguenza non considera adeguatamente i loro impatti sulla salute umana.

Riteniamo inaccettabile che, dopo oltre un decennio di richiami e promesse non mantenute, la salute dei cittadini di Taranto continui a essere messa a rischio.
Inaccettabile che l’Italia persista nel collezionare infrazioni senza recepire direttive europee, come se non fosse membro dell’Unione. Inaccettabile che l’Italia baratti i diritti della nostra comunità per favorire finanza, profitto e privati.
Inaccettabile lo sperpero di fondi pubblici per un’operazione impossibile e dannosa, anziché riconvertire l’economia del territorio.
Inaccettabile che si continui a credere nel salvataggio di una fabbrica che continua a produrre così come l’orchestra del Titanic continuava a suonare mentre la nave affondava…