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La CISL boicotta i referendum sul lavoro, noi no!

La segretaria della CISL, la tarantina Daniela Fumarola, in un’intervista al Corriere della Sera ha invitato a non andare a votare per i cinque quesiti del referendum dell’8 e 9 giugno prossimi.
Davvero singolare che un sindacato inviti ad astenersi da referendum che mirano a ripristinare diritti per i lavoratori. Questi, lo ricordiamo, furono ridimensionati col Jobs Act di Matteo Renzi nel 2014. Fa specie, peraltro, che l’invito punti a boicottare un istituto partecipativo preziosissimo che consente agli italiani e alle italiane di esprimersi direttamente sulle vicende che li e le riguardano anziché, al più, invitare a votare no. Non fa notizia, d’altra parte, l’allineamento della CISL alle volontà del governo Meloni, di cui pare essere un’estensione all’interno del mondo del lavoro.

Avevamo espresso sin dall’inizio le nostre perplessità sulla nomina di Fumarola ai vertici della CISL, riservandoci di giudicare il suo operato da fatti e azioni messe in campo e questa mossa ci pare confermare tutti i nostri timori sul ruolo della sua guida.

Noi, invece, crediamo fortemente nella possibilità di scegliere e nello strumento del referendum, massima espressione della forma democratica nel nostro Paese. Pertanto, non solo invitiamo a recarsi a votare, qualsiasi sia il proprio orientamento, ma sosteniamo fermamente i cinque sì ✏️

1️⃣– Il quesito 1 per il reintegro dei lavoratori licenziati illegittimamente.

2️⃣ Il quesito 2 per eliminare il tetto alle indennità da riconoscere ai lavoratori di aziende con meno di quindici dipendenti illegittimamente licenziati.

3️⃣ Il quesito 3 per limitare proroghe e rinvii sine die per i contratti a tempo determinato.

4️⃣ Il quesito 4 per porre un argine nei subappalti ripristinando la responsabilità di committente, appaltatore e subappaltatore.

5️⃣ Il quesito 5 per la riduzione, da 10 a 5 anni, del periodo di residenza necessario a lavoratori extracomunitari per ottenere la cittadinanza italiana, al fine di ridurre sfruttamento e precarietà.