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Gli enti locali non vadano a Roma sotto un’irriguardoso ricatto!

Rivolgiamo un nuovo appello al Sindaco di Taranto Piero Bitetti, a quello di Statte Fabio Spada e al Presidente della Provincia Gianfranco Palmisano per non recarsi martedì a Roma all’incontro convocato dal Ministro Urso sull’Accordo di Programma interistituzionale per l’ex-Ilva.

Lo facciamo per diverse ragioni, la prima delle quali è che Taranto non può più accettare ricatti da nessuno. Le dichiarazioni di Urso che sostiene che l’incontro andrà avanti ad oltranza fino alla firma dell’accordo è semplicemente offensivo per gli enti locali e per la nostra comunità. In secondo luogo, occorre dar modo e tempo agli enti locali di acquisire tutte le informazioni del caso e compiere la scelta che meglio difende gli interessi di Taranto, non quelli dell’azienda.

In particolare, come annunciato nell’assemblea pubblica della scorsa settimana da Peacelink, giovedì 10 a Bari ci sarà la Conferenza dei Servizi che dovrà esaminare il Parere Istruttorio Conclusivo propedeutico al rilascio della nuova Autorizzazione Integrata Ambientale. Questo parere è conosciuto dall’azienda, ma non dalla popolazione, dalle associazioni che stanno vigilando sugli atti e, men che meno, dagli enti locali chiamati ora a esprimersi. Alla luce di questi documenti il sindaco è poi tenuto a esprimere il suo parere in qualità di massima istituzione sanitaria del territorio e non è affatto un atto secondario, specie ove si pensi che l’unica stima sanitaria attualmente considerata è la Valutazione del Danno Sanitario autocertificata dall’azienda.

Non da ultimo, ci auguriamo che gli enti locali prendano atto che si intende rilasciare quest’AIA mentre le prescrizioni della precedente, scaduta da tempo, non sono mai state del tutto ottemperate. Che la fretta con la quale la si intende rilasciare è dovuta all’imminente pronuncia del Tribunale di Milano che, interpellato dai Genitori Tarantini, dovrà esprimersi sulla chiusura di impianti che producono da anni in assenza di autorizzazioni. Non è tutto, perché un’Autorizzazione Integrata Ambientale è tenuta ad autorizzare gli impianti esistenti, non è uno strumento di pianificazione industriale. Ciò significa che darebbe il lasciapassare a tre altiforni, senza alcun impegno per la pur discutibile decarbonizzazione a forni elettrici.

Alla luce di tutto ciò, non è assolutamente pensabile di recarsi a Roma per firmare un Accordo di Programma che serve solo per mostrare buona volontà all’Europa, di fatto aggravando il territorio con l’insediamento di una nave rigassificatrice e di un desalinizzatore. Perché mai, poi, aver fretta di far arrivare questa nave nel porto di Taranto se la costruzione dei forni elettrici (per cui il Governo ha cassato l’utilizzo dell’idrogeno) è stata rimandata fra diversi anni?

Non si consentano più ricatti, l’ex-Ilva è insalvabile e le responsabilità sono tutte di chi non ha voluto ammetterlo! E se la pressione del Governo è sostenuta dallo spauracchio dei licenziamenti, si chieda a Urso perché si continuano a trovare fondi per la fabbrica e non per le persone e la città! Sono ormai vent’anni che si registrano fallimenti e altrettanti i miliardi di denaro pubblico sperperati in quest’operazione irresponsabile. Ora si pensi a Taranto e ai tarantini perché, se si vuol farlo, si può fare!

Noi mercoledì saremo nuovamente in piazzetta Gandhi, in assemblea pubblica permanente, finché non ci saranno rese dignità e giustizia. Gli enti locali, piuttosto, vengano a confrontarsi costruttivamente con la piazza, per ragionare insieme, da territorio coeso e persone responsabili, su cosa sia bene fare e come farlo.