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NO AL RICORSO CONTRO L’AIA, Sì A QUELLO CONTRO IL DISSALATORE SUL TARA

Il Consiglio comunale riunitosi Lunedì in modalità question time ha rinunciato a presentare ricorso contro l’AIA rilasciata ad Acciaierie d’Italia. Di parere opposto, in maggioranza, solo i consiglieri Contrario e Lenti. Il motivo addotto è pregno di equilibrismo e pavidità: non si vuol dare al Governo l’alibi per scaricare le sue responsabilità sul Comune e non si vuol rischiare di essere esclusi dai tavoli istituzionali in cui si deciderà della fabbrica e della città.

Il Sindaco, dunque, si trincera dietro alla sua maggioranza su una decisione che avrebbe potuto prendere anche da solo e disconosce, nei fatti, le stesse prescrizioni con le quali si era opposto all’AIA in Conferenza di servizi. Si ritiene che il ricorso escluderebbe la città dai tavoli col Governo, mentre sarebbe stata la sola e unica leva con cui pretendere rispetto. Sul fatto, poi, che certi problemi debbano essere risolti dalla politica e non dalla magistratura, stendiamo un velo pietoso, visto che si fa finta di non comprendere che il tema non è politico da tempo: è un problema sanitario, ambientale, economico e sociale con gravissime irresponsabilità e, dunque, anche legale.

Durante il dibattito è stato nuovamente escluso il rigassificatore, mentre è stata ribadita la posizione del Comune in favore della nazionalizzazione della fabbrica, con l’installazione di tre forni elettrici e di un impianto DRI, ricalcando la famosa “proposta C” in cui era previsto anche il ricorso contro l’AIA…

Tornando proprio al ricorso, a quanto pare l’Avvocatura comunale avrebbe scorto alti rischi di soccombenza, motivo per cui la scelta del Sindaco di ricorrere al TAR avrebbe paventato un danno erariale per le casse comunali, ma è evidente che si tratti di una questione di volontà politica, altrimenti sarebbe bastato spiegare pubblicamente il parere dell’Avvocatura e, magari, aprire ad altri contributi da parte di esperti di diritto amministrativo.

Nella stessa seduta consiliare è stato approvata l’apertura di un centro di ascolto oncologico e qui, invece, è venuta fuori tutta la rabbia, la commozione e le lacrime che le consigliere e i consiglieri non sono riusciti a esprimere verso la fabbrica che le causa.

Riguardo al dissalatore sul TARA, invece, si è ritenuto di dare avvio al ricorso che dovrà accertare al TAR di Puglia la regolarità dei procedimenti amministrativi. E questo costituisce una piccola speranza, mentre gli escavatori nei pressi della foce dello storico fiume espiantano gli ulivi rievocando le drammatiche immagini dell’Istituto Luce già viste con il siderurgico.