Ambiente

I fondi europei non potranno essere usati per l’ex-Ilva

Mentre sui cittadini di Taranto si è abbattuta l’ennesima sentenza di condanna da parte del Consiglio di stato, è appena arrivata un’ottima notizia dall’Unione europea: NON SARÀ POSSIBILE UTILIZZARE I FONDI EUROPEI DEL RECOVERY PLAN PER LO STABILIMENTO EX-ILVA DI TARANTO! La notizia arriva dall’europarlamentare tarantina, Rosa D’Amato che riferisce:

La Commissione europea ha bocciato il piano del governo per l’ex #Ilva. Nella nuova versione del PNRR (il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, infatti, non c’è più il progetto, previsto dalla bozza inviata a Bruxelles, per la produzione dell’acciaio con altoforno a carbone e attraverso DRI con metano e fusione in un forno elettrico. Con il Recovery plan, l’Italia potrà finanziare solo un progetto di R&S&I per studiare ‘la produzione acciaio di idrogeno verde basata sull’elettrolisi e quindi fonti energetiche rinnovabili’. Niente gas naturale, ma solo eolico o solare, in altre parole. Si tratta di una modifica sostanziale, che chiude la porta all’uso dei fondi Ue per azioni di greenwashing a Taranto, e che arriva in seguito alla lettera che abbiamo inviato alla Commissione europea con il mio gruppo parlamentare, i GreensEFA. Questa modifica fa il pari con un’altra battaglia che abbiamo vinto a Bruxelles, quella sul Just Transition Fund, che non potrà essere utilizzato per progetti che prevedono l’uso di fonti fossili.

Se il governo italiano vorrà continuare con il suo piano scellerato per l’ex Ilva, dunque, dovrà farlo con risorse nazionali, e non con fondi Ue. La battaglia non è ancora vinta anche alla luce della odierna decisione del Consiglio di Stato di annullare la sentenza del Tar di Lecce. Non molleremo su nessun fronte, né col Governo italiano né con la Commissione europea, e continueremo a chiedere che Bruxelles dia seguito una volta per tutte alla procedura d’infrazione sull’ex Ilva deferendo l’Italia alla Corte di giustizia Ue. L’Europa del Green deal e della transizione ecologica non può fermarsi ai cancelli dello stabilimento di Taranto. Anzi, è proprio qui che si gioca una delle partite più importanti per il futuro dell’Ue.