Ambiente

GxT per la realizzazione di un Centro di Recupero delle Tartarughe Marine a Taranto

Come ogni anno nel periodo estivo, nel nostro Mar Mediterraneo avviene una migrazione delle Tartarughe marine della specie Caretta caretta dai siti di alimentazione a quelli di riproduzione e, successivamente, solo le femmine, verso i siti di nidificazione. Per ciò che riguarda il nostro Paese, numerosi sono in genere i nidi sulle isole siciliane come Lampedusa, sulla costa ionica calabrese (il 60% dei nidi italiani) e a nord e a sud di Taranto fino al basso Salento. In questo periodo è importante che la tartaruga intenta a cercare un luogo idoneo a nidificare non venga disturbata perché potrebbe tornare in acqua. Così come è importante scoprire i nidi prima che le tracce vengano cancellate, o che la pulizia meccanica delle spiagge e l’eccessiva antropizzazione possano arrecare danni al nido tanto da farne perdere le uova.

Ciò che il WWF fa da anni è di cercare di mantenere alta la percentuale di schiusa rispettando il più possibile l’andamento naturale del processo intervenendo il meno possibile.

Tra i nostri concittadini, da qualche giorno attraverso i social, circolano video emozionanti di una tartaruga marina che, in pieno giorno e non curante dei bagnanti, esce dall’acqua e cammina per qualche metro sulla spiaggia libera del nostro litorale per deporre le sue uova davanti agli sguardi increduli dei fortunati che si trovavano lì.

Come detto, l’evento è quindi normale per questa stagione, ma evidenziamo il fatto che il sito di nidificazione in questione si trovi nell’isola amministrativa della Marina di Taranto, afferente quindi al nostro comune. Una rarità in quanto la piccola marina è molto antropizzata e piena di lidi attrezzati, cosa che rende molto difficile l’approdo delle tartarughe e la deposizione in spiaggia. Questa volta la natura è stata più forte e crediamo che questa circostanza sia un’ottima occasione per sensibilizzare i cittadini sulla tutela della propria fauna selvatica. Animali straordinari, rettili preistorici che hanno la capacità di imprinting tale da far nascere a Taranto i propri cuccioli dove esse stesse sono nate 25/30 anni prima.

E’ un’occasione per il Comune re-insediatosi per insistere nella previsione di regole di comportamento da parte dei pescatori, e con la loro collaborazione, per adottare strategie di pesca sostenibile e non pericolose per le C. caretta, riducendo il più possibile la plastica, dalle retine per le cozze alle cannucce e alle buste e/o bottiglie vendute ad esempio nei lidi.

Soprattutto ci auguriamo che il progetto proposto da associazioni importanti del nostro territorio, come il WWF Taranto, di realizzare un Centro di Recupero Tartarughe Marine (CRTM) venga seriamente accolto. Sono purtroppo tanti gli esemplari recuperati morti nel nostro Mar Piccolo, Mar Grande e lungo il litorale e tanti quelli che in difficoltà vengono salvati e portati nei CRTM di Policoro e Torre Guaceto. Anche la Riserva Naturale di Porto Cesareo ha da poco il suo centro. In Puglia l’unica provincia a non avere il CRTM è Taranto, pur essendo una grande ed importante città di mare, soprattutto per gli animali, vista la sua posizione, le sue acque calde e ricche di cibo.

La tutela e la valorizzazione della biodiversità in modo ecosostenibile devono essere messe al centro del cambiamento del territorio anche mediante queste politiche di salvaguardia dell’habitat naturale. Va sottolineato, fra l’altro, che i luoghi e le Riserve Naturali a gestione più virtuosa, come Torre Guaceto, sono fortemente attrattivi ed hanno saputo generare economia ed occupazione basata sul turismo sostenibile.

La tutela della biodiversità non va vista pertanto solo come un dovere morale o un piacere emozionale, ma può diventare autentica opportunità di economia green. In tal senso lanciamo il nostro appello alle istituzioni preposte.

Qui le foto e il video realizzati da Cira Monopoli.

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