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LA RESISTENZA

Ieri Taranto ha vissuto una bellissima giornata di mobilitazione: il sit-in della mattina non si è fermato a spiegare le ragioni della protesta di Palazzo di Città dell’altro giorno, ma si è fatto dapprima presidio contro le decisioni che vogliono vedere soccombere ancora una volta la nostra gente e poi manifestazione fra le strade del Borgo.

Nel tardo pomeriggio c’è stata poi l’assemblea di piazzetta Gandhi che ha ripreso l’eco della prima, lanciando i suoi strali sotto alla Prefettura, casa del Governo sul territorio, e che ha fatto un punto sulla delicata questione in atto individuando tutte le responsabilità del caso.

Taranto, dopo anni di cocenti delusioni a suon di decreti-legge, torna a fermentare e a dare luogo e spazio alla sua indignazione. Si fa comunità tornando a credere nel potere che ha di poter incidere sull’esistente e sulle prospettive di futuro che rifiuta perentoriamente. E’ un’energia dirompente e rigenerante.

Lo fa in forme diverse e in ogni luogo istituzionale e questo irrobustisce e allarga la Resistenza.

Lo si può fare anche insieme? certo. Per farlo, a nostro avviso, occorre prima di tutto il riconoscimento reciproco di queste forme, senza cadere nel tranello che tanto darebbe soddisfazione a chi ci vuol male, di considerare talune forme migliori o più efficaci di altre. C’è la tendenza strumentale e controproducente a dividere le due parti dell’unica sponda fra ragionamento da una parte e rabbia dall’altra: lo si è fatto a Palazzo di Città fra chi rappresentava documenti al Sindaco e chi era sotto a protestare e lo si sta facendo anche in altre circostanze. Noi questa narrazione la respingiamo in toto e con forza al mittente: non solo non è immaginabile una così netta e offensiva divisione di questa natura, ma siamo convinti che ogni forma di espressione per le nostre istanze non solo sia legittima, ma complementare, e intendiamo lavorare per farne patrimonio comune. A partire dalle nostre responsabilità, laddove si ritenga che abbiamo involontariamente contribuito ad alimentare questa visione.

Al contrario, proprio per la stessa logica, ieri si è detto di lavorare noi alla frammentazione dell’altra sponda (quella sì che lo è), ovvero scompaginare l’allineamento delle istituzioni provando a collocare le nostre mobilitazioni fra le pieghe delle loro distanze e lavorando di leve per allargare i nostri spazi di agibilità politica.

Possiamo farlo senza timore, perché non è possibile strumentalizzare queste piazze dal momento che hanno tutti gli strumenti per scongiurarlo, sono piuttosto esse a dover provare a strumentalizzare posizioni politiche favorevoli, senza che ciò venga letto come alcun matrimonio eterno con chicchessia: si dovrà continuare a osservare e a giudicare criticamente eventi e azioni.

Quanto agli eventi politici, ieri si è detto quanto fosse arrogante la riunione di questo pomeriggio al Mimit col Ministro Urso e il Presidente della Regione Emiliano determinati a voler scavalcare il Comune, e con esso la città, riguardo a decisioni di grande delicatezza da prendere su di essa.

In queste ore apprendiamo che il Sindaco di Taranto starebbe per ritirare le dimissioni e presenziare all’incontro. Così come avevamo apprezzato il suo diniego all’AIA, assieme a quello degli altri enti locali, oggi pensiamo che quelle dimissioni servissero strategicamente a evitare una crisi di governo della città con un Consiglio che si sarebbe presentato diviso nella sua stessa maggioranza (anche quella da considerare una preziosa crepa per le nostre ragioni).

Dunque, rientrare oggi, anche senza firmare nulla, riteniamo sarebbe il modo per ripresentarsi alla città senza dover giustificare un’assenza molto pesante. Ad ogni modo, per ora, benissimo che non ci sia alcuna sottoscrizione. Cosa, poi, questo comporterà lo vedremo strada facendo. Fatto sta che, se è vero come si dice, che si intende avanzare una controproposta a Urso, questa dovrà passare daccapo dal Consiglio e, prima ancora, dalle piazze che insieme stiamo alimentando.

Di certo c’è che oggi il nostro plauso va al Presidente della Provincia Palmisano, rimasto per giorni isolato nel suo dissenso all’accordo di programma e l’unico che, in questo momento, sta facendo tangibilmente gli interessi del nostro territorio. Speriamo continui a tenere la posizione.

Andiamo avanti e continuiamo a resistere!