La lista della spesa dei sindacati: il copia-incolla del governo
Ieri i sindacati hanno incontrato i rappresentanti dei partiti politici presenti in Parlamento, consegnando un documento che ricalca in tutto e per tutto gli intendimenti del governo italiano.
Ecco la loro “lista della spesa”:
• continuità produttiva prima di tutto e di tutti;
• quattro forni elettrici (tre a Taranto e uno a Genova);
• polo DRI a Taranto “garantendo l’approvvigionamento energetico di gas con tutte le soluzioni tecniche possibili, nessuna esclusa”.
Sostanzialmente uno spreco di carta e inchiostro, visto che è lo stesso programma già previsto dal ministro Urso. Aggiungeremmo persino uno spreco di tempo, considerando che perfino partiti come il PD dimostrano, in questo, una netta carenza di opposizione, figuriamoci di sinistra.
Quelle illustrate ieri sono idee sostenute da proclami vuoti su ambiente e lavoro. Proclami vuoti perché danno per scontato tutto:
• che il piano sia realmente privo di rischi sanitari e ambientali;
• che esista davvero un acquirente disposto a realizzarlo;
• che sia in grado di mantenere i livelli occupazionali attuali;
• che ci sia mercato per l’acciaio che si intende produrre.
E non basta: si arriva perfino a sostenere che le spese per questa “finta decarbonizzazione” debbano essere sostenute dallo Stato.
In pratica: buttare altri miliardi di soldi pubblici per una fabbrica da consegnare poi a un privato.
A noi dispiace, perché con i sindacati abbiamo sempre auspicato un dialogo costruttivo. Ma qui non è questione di presunzione: noi ragioniamo con dati, documenti e fatti; loro, con le illusioni. E il tempo, purtroppo, sta dando conferma di chi aveva ragione e chi no.
Allora perché non sedersi davvero a un tavolo e programmare una seria fuoriuscita dalla morsa venefica dell’acciaio? Non ne guadagnerebbero solo salute e ambiente, ma anche quell’occupazione e quell’economia che pensano di voler difendere.
Mercoledì 3 settembre alle 19.30 a Casa Viola, proietteremo Exit, il doc-film sulla riconversione della Ruhr, sarebbe bello se rappresentanti sindacali e, soprattutto, lavoratori della fabbrica venissero a vederlo. Avrebbero modo di comprendere quale delle due proposte è un’utopia: salvare l’insalvabile o scrivere tutta un’altra storia per Taranto e per tutti loro?
30 Agosto 2025
