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LO SPETTRO DI BAGNOLI CHE OGNI TANTO RITORNA.

L’onorevole Ubaldo Pagano, riferendosi all’ex ilva, ha dichiarato: “Chiudere di colpo significherebbe lasciare un bubbone che continuerebbe a inquinare per decenni. A differenza di Bagnoli, che pure a distanza di 28 anni non è ancora bonificata, l’Ilva è undici volte più grande. Le bonifiche richiedono dai 15 ai 30 miliardi di euro e tempi lunghissimi. Sappiamo tutti che anche spenta, quella fabbrica continuerebbe a inquinare per i prossimi trent’anni.”

Questa, secondo noi, è una rappresentazione falsa e pericolosa e ora spieghiamo il perché.

👉 Primo punto: chiudere gli impianti significa abbattere subito l’inquinamento.

La storia lo dimostra: a Genova, il giorno dopo lo spegnimento delle cokerie di Cornigliano, i livelli di inquinanti nell’aria crollarono. Dire che la chiusura non servirebbe è puro terrorismo psicologico, un modo per spaventare i cittadini e tenerli legati al ricatto della fabbrica.

👉 Secondo punto: ogni tanto qualcuno lo dimentica ma la legge impone la bonifica.

Il d.lgs. 152/2006 stabilisce chiaramente che i gestori devono garantire, con fideiussioni e coperture economiche, la messa in sicurezza e il ripristino ambientale. Non è facoltativo: è un obbligo.

Se Taranto rischia un destino simile a Bagnoli, non è perché la chiusura non serve, ma perché da dodici anni la politica ha scelto di non applicare le regole pur di continuare a produrre acciaio a carbone.

👉 Terzo punto: la responsabilità politica.

Quando nel 2012 la magistratura sequestrò gli impianti, lo spegnimento era possibile. Invece la politica decise di mantenerli attivi, sacrificando la salute dei tarantini.

Onorevole Pagano, con le sue dichiarazioni lei non fa altro che rendersi complice di questo disastro sanitario, come tutti i politici che continuano a difendere l’indifendibile.

👉 Quarto punto: il vero spettro non è Bagnoli.

Non ci spaventa Bagnoli: ci spaventa Taranto così com’è, con i suoi tassi di malattie e mortalità fuori controllo. E ci spaventa ancora di più la Taranto che volete imporci, una città condannata a restare malata, avvelenata e senza futuro.

La verità è che l’unico atto di responsabilità è chiudere subito le fonti inquinanti e pretendere le bonifiche.

Il PD, ormai pare evidente, ha tante posizioni quante sono le teste che lo compongono, con rappresentanti liberi di esprimere, o non esprimere affatto, le posizioni più divergenti, o di tracciare linee funzionali unicamente al proprio personale destino politico.

Caro Onorevole Pagano, se la politica facesse con coscienza e lungimiranza il suo dovere, si informerebbe su dati e fatti e, giungendo alle uniche conclusioni possibili, lavorerebbe seriamente per riconvertire i territori salvaguardando i redditi dei lavoratori coinvolti.

Le politiche industriali di Taranto, come quelle di Bagnoli, hanno fallito, se ne prenda intelligentemente atto e si lavori per rimediare, non per perseverare.