Ex-Ilva: nuovo salvataggio in vista, ma non sanno come dircelo
Il Governo sta pensando di utilizzare ulteriori fondi pubblici per tentare di salvare la fabbrica e convincere Mittal a restare. Vuol farlo con i fondi del Just Transition Fund, il nuovo fondo europeo su cui lโItalia sta facendo molta pressione in Europa, che verrร varato a breve e che รจ destinato alla riconversione delle fabbriche a carbone. Il fondo, perรฒ, prevede il passaggio al gas concepito, in modo assai forzato, come combustibile โdi transizioneโ e che, in ogni caso, convertirebbe solo una piccolissima parte delle linee produttive dellโex-Ilva. Eโ allo studio anche la possibilitร di una conversione ad idrogeno che, perรฒ, richiederebbe almeno una dozzina di anni per essere realizzata, oltre al fatto che non sarebbe fattibile per le dimensioni della fabbrica tarantina.
Lโipotesi di chiusura del siderurgico, anche questa volta, non viene neppure tenuta in considerazione ed il motivo รจ quello che indichiamo da anni: se non si vende la fabbrica, non si ricavano i soldi da restituire alle banche che lโhanno salvata (con tanto di garanzie statali). In sostanza con i fondi pubblici europei ci si vuole assicurare quelli privati per le banche!
Mittal, avendo compreso la situazione, non sta pagando le rate di affitto, consapevole del fatto che la vera assicurazione per ottenere tutto lโottenibile รจ proprio quella di negare allo Stato i soldi di cui ha bisogno per saldare le banche.
La cosa peggiore รจ che il Just Transition Fund prenderร il posto dei fondi FEG con cui si sarebbe potuta chiudere la fabbrica e assicurare la riqualificazione dei lavoratori, oltre ad un accompagnamento per due anni verso un nuovo lavoro.
A completare lโopera, il Governo intende far entrare lo Stato nella compagine societaria attraverso la sua controllata Invitalia, in modo da persuadere Mittal a restare anche riguardo alla possibilitร di scaricare su di esso le sue passivitร . Questโoperazione sarebbe assai agevole con uno stratagemma contabile: ArcelorMittal Taranto, con un passaggio intersocietario, vende i suoi prodotti alla casa madre ad un prezzo molto basso e questa li rivende poi ai clienti finali lasciando le perdite a livello locale (dunque a tendere sullo Stato) e facendo profitti a livello centrale.
Alla luce di questo quadro fondato sulla prosecuzione tal quale della produzione e sullโulteriore sperpero di fondi pubblici, il Comune di Taranto, la Camera di Commercio di Taranto, i sindaci dei paesi dellโarea di crisi complessa, il sindacato di base USB e altre forze del territorio convertitesi nell’ultimo periodo alla chiusura dellโarea a caldo, avevano pensato di fermare lโimminente azione del governo su Ilva e si erano dette pronte a produrre importanti azioni di protesta. Noi ci siamo detti possibilisti sulla creazione di un fronte comune di scopo, pur di metterci di traverso alla scelta governativa che affosserร Taranto per i prossimi decenni, con lโintenzione di portare poi le istituzioni attorno ad un tavolo per ribadire le ragioni della chiusura totale.
Ma qualcosa รจ cambiato.
Il Ministro Patuanelli ha fatto uscire dal cilindro una proposta di riconversione della fabbrica, tutta da verificare, con un mix di forni elettrici e idrogeno, paventando la chiusura dellโarea a caldo. Al fronte istituzionale tarantino guidato dal Sindaco, tanto รจ bastato per acquietare le pretese. Non si รจ neppure chiesto a Patuanelli di dettagliare la sua proposta e vagliarne la fattibilitร , nรจ si รจ fatto presente che, fra le sue belle intenzioni e lโaccordo di marzo con Mittal, vale sempre e solo la carta.
A chiudere il cerchio ci si รจ messa la venuta a Taranto del coordinatore della segreteria nazionale del PD, Nicola Oddati, anchโegli allineato sullโidea di prospettare progetti di riconversione assolutamente vaghi e non circostanziati. Anche con questโultimo, rappresentante di un partito di Governo, siamo stati pronti a ribadire con forza, come sempre, tanto le ragioni della chiusura della fabbrica e le enormi opportunitร della riconversione, che le evidenti contraddizioni, incertezze e lacune delle proposte di chiusura parziale di ILVA.
Insomma, diciamolo chiaramente, Taranto รจ stanca di formule magiche e favolette che servono esclusivamente a prendere tempo rinviando il problema: รจ il momento di prendersi la responsabilitร di riscrivere una pagina nuova per questo territorio che parli di riconversione e di libertร .