“VEDIAMO CHI VINCE”. IL FUTURO DI TARANTO USATO COME RICATTO
“Molto dipenderà dalle scelte che faranno i cittadini di Taranto”.
Così il ministro Urso, a due giorni dal ballottaggio, “attende le indicazioni” prima di decidere cosa fare dell’ex Ilva.
Un irrispettoso “avvertimento” posto chiaramente in connessione con l’accordo di programma cui il Ministro intende irregimentare la nuova amministrazione del Comune di Taranto.
CAPIAMONE DI PIU’
L’accordo di programma è uno strumento del diritto amministrativo col quale istituzioni ed enti, a tutti i livelli, si accordano per accelerare e semplificare la realizzazione di interventi condivisi. Dunque, uno strumento il cui valore risiede negli obiettivi dati. Qualche mese fa se ne parlò, su richiesta dell’ex sindaco, al fine di arrivare alla chiusura dell’area a caldo del siderurgico: Urso prese tempo e Melucci aprì, inopinatamente e contraddittoriamente, alla ripartenza di Afo5, pur di vantare la chiusura di un accordo che, a quel punto, sarebbe stato del tutto controproducente. Per fortuna, non se ne fece nulla.
Ora è lo stesso Urso a chiedere un accordo di programma, ma con finalità ancora peggiorative e del tutto contrarie all’interesse del territorio, al solo scopo di agevolare la cessione a Baku Steel: per chiudere un’ AIA che consenta di dimostrare alle istituzioni europee che si sta facendo qualcosa per la salute e per l’ambiente (come sempre intenzioni di pura facciata), per autorizzare l’insediamento di un rigassificatore in Mar Grande, per la realizzazione di impianti DRI e per insistere ancora diversi anni con gli altiforni a carbone.
In soldoni, senza AIA e rigassificatore, l’affare salta ed è perciò questa la strada da seguire per impedire il persistere dei drammi causati dall’ex-Ilva alla nostra città.
Il nostro auspicio è che la nostra città non abbia più voglia di cedere ai ricatti!
Intanto, alla luce delle dichiarazioni e dei sottintesi di Urso, è doveroso chiedersi: quale sarebbe il Sindaco a lui più gradito?