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Recupero strutturale dei comparti di Città Vecchia di proprietà comunale

Oltre ad attingere a bandi e fondi per il recupero strutturale dei comparti e alla cessione di immobili ai privati a un euro, si potrebbe valutare la percorribilità dello strumento del leasing in costruendo. Esso consentirebbe di metter mano a porzioni consistenti della Città Vecchia (il cui patrimonio immobiliare è per il 60% comunale), ricomprendendo i servizi pubblici (pavimentazioni, illuminazione, ecc.). Uno strumento grazie al quale l’Amministrazione avrebbe l’opportunità di iniziare a pagare i lavori solo a loro completamento ultimazione, con rate accantonabili fin da subito. Con questo strumento il Comune non chiede ‘un aiuto’ ai privati come avviene con il project financing, ma diventa il commissionario dei lavori, mantenendo quindi la regìa del risanamento, con la possibilità di mettere a bando i lavori secondo un’idea d’insieme strategica dell’immagine e del decoro urbano del borgo antico. Disegno sul quale sarebbe quanto mai opportuno un confronto con la città. Dal canto loro le ditte costruttrici verrebbero garantite da un rapporto contrattuale che le lega alla società di leasing e non alla P.A.. Tutto quanto evidenziato attiene all’aspetto urbanistico, ma vi è anche e soprattutto quello sociale, poiché il Comune avrebbe la possibilità di alienare in modo diretto gli immobili risanati, anche su carta, calmierando i prezzi e rientrando interamente dall’investimento. L’abbattimento dei costi consentirebbe a diverse fasce di popolazione di accedere all’acquisto degli immobili risanati, evitando il ricorso all’edilizia popolare, la quale antepone le liste abitative alla reale volontà di vivere nel Centro storico (errore già commesso in passato e di cui si pagano ancora le conseguenze). Va detto che in un periodo di stretta creditizia come quello attuale l’accesso al leasing potrebbe riscontrare non poche difficoltà, ma varrebbe la pena approfondirne quest’opportunità e valutare se non possa quanto meno avviare il risanamento degli innumerevoli stabili comunali, evitando lo sgretolamento del patrimonio storico, artistico e culturale della Taranto originaria.