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La partita a scacchi attorno all’ex-Ilva

Nei giorni scorsi l’ex presidente della Camera di Commercio Sportelli è stato nominato, da Lucia Morselli, rappresentante legale di Acciaierie d’Italia all’interno di Confindustria, l’associazione degli industriali. Un incarico che potrebbe sembrare simile a tanti altri, ma non lo è. Si tratta di una mossa ben congegnata che fa il paio con la recente nomina dell’on. Chiarelli a nuovo Commissario della Camera di Commercio da parte del Ministro leghista dello Sviluppo Economico, Giorgetti.
Entrambe le questioni si inquadrano all’interno di una partita a scacchi volta a sparigliare le alleanze che si stavano consolidando attorno alle posizioni più intransigenti assunte dal sindaco Melucci rispetto alla fabbrica. L’obiettivo è ridare linfa ai legami di potere che fecero la fortuna dei Riva tenendo in ostaggio la città.

Non è un mistero, infatti, che Amministrazione comunale e Camera di Commercio, per il tramite proprio del sindaco e di Sportelli, avessero lanciato una crociata contro Mittal e la fabbrica, a seguito del brusco arresto delle relazioni economiche fra siderurgico e indotto locale. Una rottura ormai irreversibile che ha finito per iniziare a diradare la cappa di interessi che soffocava la città. Questo ha prodotto un sentimento anti-Ilva del tutto nuovo in seno alle istituzioni locali che ha portato Taranto a cogliere opportunità che prima erano precluse dal sistema che gravitava attorno agli interessi della fabbrica. Poco importa, a nostro avviso, che tale cambiamento sia frutto di valutazioni economiche anziché della stessa sensibilità che anima l’attivismo tarantino da anni. Ciò che più conta è l’obiettivo ed è innegabile che la sponda istituzionale fornisca maggiori chance alle battaglie del territorio di liberarsi dal “Mostro”. Ciò resta valido nonostante gli intendimenti sul futuro della fabbrica restino diversi, fra una posizione di chiusura della sola area a caldo, come quella dell’Amministrazione comunale, ed una decisamente proiettata alla riconversione del territorio, come quella di associazioni e movimenti.

Fatto sta che Sportelli ha consentito che la Morselli segnasse questo punto, non riuscendo a resistere alle sirene di Acciaierie d’Italia e confermandosi fra le poltrone più longeve del sistema di potere locale. D’altro canto il controllo dell’Ente camerale è ora in mano a Chiarelli, che non abbiamo dubbi che cercherà di far pesare le convinzioni industrialiste del suo partito (Lega). Sebbene su questo c’è da confidare sulla lucidità degli iscritti della Camera di Commercio, cui non sfuggiranno le maggiori opportunità offerte da un cambiamento radicale, mai come oggi a portata di mano, rispetto alla riproposizione dello stesso, drammatico, film visto fino ad ora. Resta il dato che, in questo momento, la posizione del sindaco nella partita contro il siderurgico parrebbe più isolata.
Sono segnali di una riorganizzazione in favore della continuità produttiva che denotano molta agitazione negli ambienti politici, segno evidente che la fabbrica non è mai stata così vicina a crollare. La sentenza del Consiglio di Stato si avvicina e potrebbe accelerare un’implosione comunque segnata dalle enormi falle dei programmi di governo. In questo scenario la città non è terza e dovrà far sentire la sua voce per dare la spallata decisiva.