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Da che parte vogliamo guardare la nave della MSC?

Con sfondo sull’urticante presenza della fabbrica o, piuttosto, con lo sfondo sulla città vecchia, come simbolo delle alternative percorribili? Noi scegliamo il secondo punto di vista e per un motivo molto semplice che riteniamo valido per il turismo, così come per tutte le altre potenzialità del territorio: se questa fabbrica tiene la città in ostaggio da decenni è proprio a causa della mancanza di alternative economico-occupazionali, dunque sarebbe controproducente pensare che per aprire qualsiasi altro sentiero occorra prima chiuderla. E’ proprio il contrario: occorre aumentare il nostro potere contrattuale contro l’ex-Ilva, e tutte le fabbriche che ci inquinano e uccidono, per avere più chance di riuscirci. Senza nascondere i problemi, né tantomeno rinunciare a fare ogni cosa per risolverli subito e definitivamente. E’, d’altra parte, ciò che facciamo quotidianamente con le nostre attività: agire contro gli inquinatori e lavorare sulle potenzialità.
Ciò che è molto importante in questa fase è avere visione e strategie, capire che sviluppo vogliamo per Taranto e spingere affinché si compia. Anche relativamente al turismo. Il momento è molto delicato, occorre pressare affinché ciò che determina i nostri drammi cessi e fare pressione, uguale e contraria, per pretendere che venga scritta per Taranto una pagina di storia radicalmente lontana dal recente passato.