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La metropolitana leggera attorno al Mar Piccolo

La metropolitana leggera è un’idea nata nel 1991 e ripresa poi nell’ambito della programmazione di “Area Vasta Tarantina” nel lontano 2003. Le proposte maturate in tale contesto sarebbero state candidate a finanziamenti governativi per circa un miliardo di euro. Nessuna di quelle opere vide mai la luce a causa del dirottamento dei fondi verso le strade del nord.

Il progetto, tuttavia, fu ripreso nel 2010 dall’Amministrazione Stefàno, la quale riuscì a trovare l’ok della Regione che la reputò “prioritaria” rendendosi pronta a finanziarla al 40% attraverso i FAS, Fondi per le Aree Sottosviluppate. Nella speranza – poi illusa – che il Governo Berlusconi potesse finanziare il restante 60% (in basso il servizio del TG del 9 ottobre 2009 con il surreale annuncio della realizzazione del primo lotto dell’opera da parte di Comune e Regione, con il sindaco Stefàno e gli assessori regionali al Bilancio Pelillo e quello ai Trasporti Loizzo). In realtà l’ass. Loizzo andò oltre, promettendo che la Regione avrebbe completato l’opera grazie ai fondi P.O.R. (Programmi Operativi Regionali) nel caso in cui il Governo si fosse tirato indietro.

Della sua stesura fu incaricato lo studio Start dell’in. Tonti (lo trovate per intero qui) che lo redasse a beneficio dell’azienda per i trasporti urbani Amat che ne diventò soggetto promotore. Il costo per la realizzazione del I stralcio fu valutato in 98 milioni di euro (su 184 milioni di euro totali stimati nel 2008).

Nonostante le innumerevoli battute d’arresto, il progetto muoveva da assunti pienamente condivisibili: ridurre il traffico interno alla città, assicurare collegamenti da tutta la provincia est della città e dal quartiere Paolo Sesto (dove potrebbe essere allacciata alla stazione Nasisi), fino al centro e ai parcheggi di scambio di parco Cimino, migliorare la qualità ambientale e fornire il territorio di un mezzo di trasporto spendibile anche per la promozione sostenibile del territorio. Potrebbe infatti anche essere messo in connessione coi progetti previsti dall’itinerario turistico provinciale della “Green Road”, per il quale era in programma la realizzazione di un percorso naturalistico-gastronomico su ferro, mediante il ripristino di antiche stazioni.
Nonostante ciò, nel Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile stilato dall’Amministrazione Melucci nel 2018, della metropolitana leggera non c’è più traccia. Di questa vecchia progettazione è rimasto in piedi solo il ripristino della stazione Nasisi, anch’esso atteso da decenni.

In cosa consiste questa infrastruttura?

Nella realizzazione di una linea mista tram (per la parte urbana) e treno (per quella extraurbana) che avrebbe collegato tutta l’area intorno al mar Piccolo al centro della città, attraverso un quadrilatero che avrebbe sfruttato i binari ex militari esistenti sulla Circummarpiccolo, da Cimino a Paolo VI. La parte extraurbana del percorso avrebbe ricalcato i binari ex militari della Circummarpiccolo, quella urbana avrebbe realizzato delle tramvie cittadine. Un percorso di quasi 19 km dei quali 13,5 da ricavare dal ripristino dell’antico tracciato ferroviario militare presente attorno al Mar piccolo. La linea servirebbe inoltre il nuovo ospedale San Cataldo, il Politecnico, l’Università, la Corte d’appello e gli uffici comunali.